il copywriter

 

L’elemento piu importante era Headline.
Ogelvy, srive nel suo libro “confessione di un pubblicitario” che la hedline staall’inserzione come all’insegna del negozio.
Oggi non si parla di headline e di body ma di post ..titolo del post e corpo del post.
cambiano nomi, combiano i supporti con cui vengo pubblicati ma non si modifica la sostanza dei contenuti.
Ci sono regole che devono essere seguite perche cio che scrivi venga letto.

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Art director

È il responsabile, all’interno di un’agenzia pubblicitaria, della parte grafica e visiva del lavoro “creativo” Lavora generalmente in coppia con il copywriter, che si occupa della parte verbale, nell’ideazione della campagna pubblicitaria.
Indica anche chi cura gli aspetti grafici di una pubblicazione e, nell’ambito cinematografico, il responsabile delle costruzioni sceniche, dei costumi, di tutto ciò che concerne la parte visiva dell’opera.

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shooting fotografico

Lo shooting fotografico è il fulcro delle nostre attività.
Lo scatto  delle foto è preceduto da una fase di analisi del soggetto da fotografare che porta  al progetto del racconto, la fase piu delicata, quella piu importante.
Definita quella si inizia a mettere su la campagna , si trovano le location, i modelli, si lavora con il fotografo e l’art buyer, si realizzano le scenografie  e si allestiscono i set.
Cosi Nasce l’immagine di una azienda, il suo racconto. [..]

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MARKETING

Il prodotto è il punto di partenza? o il mercato determina il prodotto?

Analisi dei competitor, degli obbiettivi, del prodotto e l’elaborazione della strategia di comunicazione compreso la definizione del budget

Analisi del mercato • Analisi dei clienti • Analisi dell’azienda • Il prodotto

PIANIFICAZIONE
ovvero: pensare al futuro – decidere in modo imtegrato – coordinare l’azienda – razionalizzare i  comportamenti – controllare

MISSION AZIENDALE – è un concetto filosofico , quello che si vuole essere oltre che fare.
OBBIETTIVI –  cosa si vuole raggiungere in base a quanto detto nella mission
AUDIT DI MARKETING- l’azienda deve capire i punti forti e deboli per quanto riguarda la distribuzione dei prodotti, l’organizzazione delle vendite, le politiche delle vendite
SWOT – report dell’audit che sintetizzi i risultati e sia preliminare alla presa di decisione
FORMULAZIONE DI IPOTESI – pensare ad un mercato possibile
STRATEGIA – percorsi scelti dall’azienda per raggiungere gli obbiettivi
PREVISIONE DEI RISULTATI – messa appunto di piani alternativi
BUDGET DI MARKETING – Previsione dei costi e dei ricavi per attuare le azioni  pianificate

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PACKAGING

Quando l’abito fa il monaco.

Cos’è il packaging? Come l’abito distingue il monaco da qualsiasi altra persona, così l’involucro, la confezione (in inglese packaging) distingue un prodotto da qualsiasi altro suo omologo. Una bottiglia di vino, un vasetto di cosmetica, una busta di cartone. Certo, la funzione basilare, si lega alla protezione (in particolare per gli alimenti), in base a soluzioni logiche diverse (materiali e tecniche) secondo le funzioni.
Ma il packaging contribuisce anche al successo del brand-image, ovvero stabilisce i cardini su cui si regge l’estetica esclusiva (unica, non ripetibile) del prodotto.
Come tale la «veste» si fa notare, nell’habitat in cui è calata, solo affermandosi con la forza
della differenza (dell’unicità) – basti pensare ai prodotti sugli scaffali dei market: la «presenza»
di questo o di quell’oggetto è tanto più evidente quanto più vincola il consumatore ad un rapporto
percettivo di spicco nei confronti degli altri oggetti. Il packaging, per questo, è stile; anzi, da contenitore, diviene esso stesso un oggetto, alla pari di ciò che contiene. Formando un continuum con il prodotto, un tutt’uno con esso, diventa «oggetto in stile»,
o perfino arte applicata, materializzando – quale atto ultimo di pubblicità – lo spirito di ciò che viene venduto, incarnandone l’Idea.

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QUANDO L’ABITO FA IL MONACO

Cos’è il packaging? Come l’abito distingue il monaco da qualsiasi altra persona, così l’involucro, la confezione (in inglese packaging) distingue un prodotto da qualsiasi altro suo omologo. Una bottiglia di vino, un vasetto di cosmetica, una busta di cartone. Certo, la funzione basilare, si lega alla protezione (in particolare per gli alimenti), in base a soluzioni logiche diverse (materiali e tecniche) secondo le funzioni. Ma il packaging contribuisce anche al successo del brand-image, ovvero stabilisce i cardini su cui si regge l’estetica esclusiva (unica, non ripetibile) del prodotto. Come tale la «veste» si fa notare, nell’habitat in cui è calata, solo affermandosi con la forza della differenza (dell’unicità) – basti pensare ai prodotti sugli scaffali dei market: la «presenza» di questo o di quell’oggetto è tanto più evidente quanto più vincola il consumatore ad un rapporto percettivo di spicco nei confronti degli altri oggetti. Il packaging, per questo, è stile; anzi, da contenitore, diviene esso stesso un oggetto, alla pari di ciò che contiene. Formando un continuum con il prodotto, un tutt’uno con esso, diventa «oggetto in stile», o perfino arte applicata, materializzando – quale atto ultimo di pubblicità – lo spirito di ciò che viene venduto, incarnandone l’Idea.

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EXIBITION DESIGN

Le manifestazioni fieristiche, gli showroom, le sedi di lancio dei servizi, sono punti di grande importanza per la preparazione del business del sistema-impresa. Grazie anche ai nuovi sviluppi della tecnologia in campo pubblicitario, gli allestimenti degli ambienti commerciali, insieme alle mostre-esposizioni, sono diventati dei luoghi-evento di suggestione «formativa» dove hanno spazio delle vere e proprie rassegne culturali atte a istituzionalizzare la filosofia del brand che si rivela in perfetta sintonia con le tendenze del pubblico. All’interno di questi centri di richiamo, si svolge allora un lavoro che investe la collettività, in grado di riassumere e accordare, con soluzioni meno convenzionali e sempre più interdisciplinari (come ad esempio, negli ultimi anni, l’utilizzo di output virtuali), le molteplici voci d’interesse che in esperienze simili vengono inevitabilmente ad incrociarsi. La situazione ambientale dell’evento espositivo (o commerciale), con questo saldo scopo riesce pertanto a tenere aperte contemporaneamente più piste comunicative, che, associate, promettono un piano d’interesse e d’azione universalmente condivisibile.

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Web Analyst

Il nostro compito è quello di analizzare tutti i settori del web coinvolti in una attività di comunicazione e promozione :
Siti, social, campagne a latere, AdWords, banner o dofollow a pagamento e non.
Questi sono i soggetti che monitoriamo e che ci forniscono (insieme a eventuali altre forme di  direct marketing)  i dati che confrontati vengono tradotti  in report che offrono una visione a 360° dell’operazione marketing che si sta compiendo.
Lo studio dei risultati è però solo la fase finale del lavoro.
Il nostro lavoro inizia prima ancora che parta la campagna marketing.
Prima infatti si analizzano i siti ,  i portali e social coinvolti nell’operazione e si progetta l’interazione di tutta la comunicazione che avverrà sul web.
Studiando i dati raccolti si puo avere una visione di quanto sta accadendo anche in corso d’opera in modo da sapere se la campagna pianificata necessità di modifiche oppure no.

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Web content

Progettiamo i contenuti dei siti , video, post immagini .

Se nei primi tempi della diffusione della rete questa professione era integrata in quella del webmaster e legata alla conoscenza dei linguaggi di programmazione del Web per permettere l’inserimento di contenuti interattivi (link, video, ecc), oggi è divenuta una figura ben definita che progetta il sito nei contenuti e non si occupa dell’aspetto tecnico di programmazione e della realizzazione grafica.

Tecnicamente è quella figura professionale, presente in molte web agency o nelle grandi aziende che gestiscono in proprio il sito web, che progetta i contenuti del sito passando poi le istruzioni al webdesigner e al webmaster. Una figura professionale attuale che in genere ha un’ampia conoscenza del mezzo internet dal punto di vista tecnico, esperta di immagine e della tecnica di scrittura dei testi per il web e dotata di una buona dose di creatività.

 

 

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Legacy

Un’agenzia di comunicazione deve avere il compito
nonché la capacità  di trasformare l’estetica privata in funzionalità.
Deve, in altre parole, unire il modello artistico ad un’attività. In questo modo, l’opera diviene qualcosa di pratico, ossia un elemento di consumo.
La Forma si fa Contenuto. Da qui nasce il prodotto di design, che ha un’applicazione diretta nel quotidiano nel momento in cui riesce a dare vita ad elementi di utilizzo comune, cioè a creare uno styling.
Ma da qui, in simbiosi, nasce anche il bisogno di una strategia di marketing affinata che sappia interpretare in maniera corretta le più disparate esigenze del mercato odierno, così da comporre (al fianco dell’articolo di design) un solido quadro promozionale che tragga vantaggio da input universalmente identificabili.
Perciò si rende necessario attuare un piano completo, che consideri la determinatezza degli obiettivi utili all’assorbimento del prodotto, vagliando la variabilità delle situazioni ambientali e del clima socio-culturale, gli orientamenti correnti del gusto, che cambiano in base al target di riferimento, fino alla percezione spazio-temporale della singola persona, e tenendo presenti i collegamenti esecutivi pubblicitari secondo i nuovi orizzonti telematici. Sempre più attuale, a questo proposito, l’aforisma di B. Gracián:
«valere e saper mostrare che si vale  significa valere due volte: ciò che non si vede è come se non ci fosse».

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